Come scegliere il durometro giusto per il controllo qualità industriale
In ambito industriale, la prova di durezza rappresenta uno degli strumenti più affidabili per valutare le caratteristiche meccaniche di un materiale. Che si tratti di acciaio, ghisa, leghe leggere o trattamenti superficiali, misurare la durezza consente di verificare la qualità del prodotto, la correttezza dei trattamenti termici e la conformità alle specifiche tecniche richieste.
Ma come si sceglie il durometro più adatto? In questo articolo ti guidiamo tra i principali metodi, mettendoli a confronto per aiutarti a trovare lo strumento ideale in base alle tue esigenze.
Perché la scelta del durometro è strategica in ambito industriale
La misurazione della durezza è spesso parte integrante del controllo qualità.
La scelta dello strumento giusto non è una formalità: influisce direttamente sull’affidabilità delle prove, sulla velocità di esecuzione e sull’efficienza del reparto tecnico.
Sottovalutare alcuni parametri, come la tipologia di materiale, le dimensioni del provino o la frequenza dei test, può portare a errori, rallentamenti o, peggio, a non conformità difficili da rilevare in tempo utile.
Metodi di prova a confronto: Rockwell, Brinell, Vickers e Knoop
Esistono diversi metodi standardizzati per misurare la durezza.
I più diffusi nel mondo industriale sono Rockwell, Brinell, Vickers e Knoop: ciascuno presenta vantaggi, limiti e ambiti di applicazione specifici.
- ROCKWELL
Il metodo Rockwell è uno dei più utilizzati per la sua rapidità e facilità d’uso. Si basa sulla misurazione della profondità di penetrazione di un penetratore sotto un carico predefinito. Le scale Rockwell (HRC, HRB, ecc.) permettono di misurare materiali molto diversi tra loro.
Ideale per: acciai lavorati, metalli duri, produzione in serie.
Vantaggi: veloce, poco sensibile agli errori dell’operatore, lettura diretta. - BRINELL
La prova Brinell utilizza una sfera in carburo di tungsteno per imprimere un’impronta su materiali relativamente teneri. La durezza è calcolata in base al diametro dell’impronta.
Ideale per: ghise, fusioni, materiali non omogenei.
Vantaggi: indicata per materiali duttili e poco lavorabili, rappresentativa del volume testato.
Nota: richiede lettura ottica dell’impronta → Possibilità di automatizzare con lettori digitali.
- VICKERS
Metodo molto preciso e versatile, adatto sia a prove di microdurezza sia a materiali molto duri. Utilizza un penetratore a diamante piramidale e consente la misurazione su superfici molto piccole.
Ideale per: trattamenti superficiali, strati sottili, pezzi di piccole dimensioni.
Vantaggi: elevata precisione, applicabile a una vasta gamma di materiali. - KNOOP
Simile al Vickers ma pensato per analisi di microdurezza ancora più raffinate. L’impronta allungata lo rende ideale per rivestimenti, pellicole e prove metallografiche.
Ideale per: laboratori di ricerca, metallografia, rivestimenti.
Vantaggi: adatto a microstrutture e film sottili, richiede strumentazione da banco molto precisa.
Come scegliere il durometro più adatto: 5 fattori chiave
Quando si seleziona un durometro, è fondamentale considerare:
- Il materiale da testare
Omogeneità, durezza, porosità: ogni metodo risponde meglio a certe caratteristiche. - Forma e dimensioni del pezzo
I durometri da banco sono perfetti per provini standardizzati, quelli portatili per test in campo. - Livello di automazione
I sistemi automatici o semiautomatici riducono l’errore umano e velocizzano il controllo qualità. - Normative di riferimento
Verifica se i test devono essere conformi a ISO, ASTM o altre normative settoriali. - Frequenza delle prove
In produzione continua, la velocità e la robustezza dello strumento sono determinanti.
Durometri CRASE: soluzioni su misura per ogni esigenza
Da oltre 30 anni, in CRASE affianchiamo le aziende nella scelta e nella gestione di strumenti per la prova di durezza. La nostra gamma include:
- Durometri Rockwell da banco (es. AT130, AT250, AT350): robusti, precisi, disponibili anche in versione automatizzata.
- Durometri Vickers da banco (es. I-HV1, IHV10 ): precisi, semplici da utilizzare forniti in 3 differenti versioni.
- Tester portatili (es. E-Dynatest): versatili e wireless, ideali per test su pezzi installati o difficilmente movimentabili.
- Lettori ottici e microscopi (es. sistema Cheetah): per la lettura automatica delle impronte Brinell e Vickers.
- Software di gestione: per analisi dati, archiviazione risultati, tracciabilità secondo normativa ISO.
Tutti i dispositivi possono essere calibrati e certificati secondo UNI EN ISO 17025 grazie al nostro laboratorio interno.
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